Questa premessa è fondamentale per capire quali siano i meccanismi che portano un genitore a decidere di non vaccinare.Fra i vari fattori che rendono i genitori dubbiosi, la lettura dei fogli illustrativi (li sentite spesso chiamare “bugiardini”), le varie malattie elencate nei rapporti del VAERS come possibili eventi avversi e l’esistenza di leggi che indennizzano i danneggiati da vaccinazione sono alcune delle motivazioni che vengono portare a suffragio della propria convinzione ed a sostegno delle paure dei genitori.Tuttavia, a ciascuno di questi strumenti andrebbe dato il giusto peso sulla base di una loro più approfondita conoscenza.
Cos’è il VAERS?
Il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) è un sistema di sorveglianza post-marketing che raccoglie informazioni su possibili eventi avversi (e possibili effetti collaterali) che possono manifestarsi dopo la somministrazione dei vaccini autorizzati ad essere utilizzati negli Stati Uniti.Il database è in collaborazione con il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA); le reazioni avverse vengono segnalate volontariamente e senza alcun controllo.
Come si leggono i fogli illustrativi
Parliamo ora dei fogli illustrativi o “bugiardini”.I fogli illustrativi fanno parte delle informazioni sul prodotto e sono diretti al grande pubblico, diversamente dai riassunti delle caratteristiche del prodotto (anche detti schede tecniche) che contengono le stesse informazioni ma si rivolgono agli operatori sanitari. La paura di chi vi legge tutta una serie di sintomi e malattie è comprensibile: una lista che può spaventare se non si sa come viene compilato un documento simile. La situazione è simile a quella del VAERS: le reazioni elencate sono quelle già note dagli studi clinici e quelle segnalate alla farmacovigilanza dopo che il vaccino è stato messo in commercio (la cosiddetta farmacovigilanza passiva). Di nuovo, questo tipo di sorveglianza post-vaccinale è importantissima per captare dei segnali. Se un segnale viene osservato con una frequenza superiore a quella che normalmente ci si attende nella popolazione, si riporta quell’evento sul foglio illustrativo e nel riassunto delle caratteristiche del prodotto per aumentare l’attenzione di chi utilizza quel prodotto rispetto a quella possibile reazione avversa. Quindi, in questi documenti, vengono riportati sia eventi avversi noti e certi, sia eventi avversi che per frequenza non possono essere esclusi come correlati al vaccino ma che necessitano di studi ad hoc in cui viene confrontata una coorte vaccinata con una non vaccinata. Solo così è possibile stabilire se il vaccino in questione aumenta il rischio di uno specifico evento avverso.Ancora una volta, quindi, parliamo di reazioni riportate volontariamente: quindi, come per il VAERS, i fogli illustrativi NON dimostrano affatto che i vaccini siano pericolosi.
Come funziona il VAERS?
ll VAERS è un database pubblico in cui chiunque, anche senza una preparazione medica o scientifica può riportare una reazione avversa avuta dopo un vaccino, senza un qualsiasi controllo di qualità.Sul sito ufficiale è riportato che: “Le schede variano in qualità e completezza. Spesso mancano dettagli e a volte ci sono informazioni errate”.
La qualità e la completezza delle informazioni contenute nei report quindi dipende molto da chi li introduce e per questo deve sempre essere vagliata e valutata da esperti.Un’altra precisazione importante è che il VAERS raccoglie tutte le reazioni avverse avvenute dopo il vaccino, indipendentemente dal fatto che sia stato valutato il nesso di causalità, quindi non necessariamente a causa del vaccino. Sul sito ufficiale, infatti, è riportato: “Quando si valutano i dati del VAERS è importante ricordare che per ogni evento riportato, non è stata fatta nessuna valutazione del rapporto causa-effetto. Nel VAERS, sono contenute le schede di tutte le possibili associazioni fra vaccini e eventi avversi (effetti collaterali possibili). Quindi, il VAERS contiene dati su ogni evento avverso dopo vaccinazione comparso per coincidenza o realmente causato da un vaccino. La singola scheda di un evento avverso inserita nel VAERS non documenta che un vaccino causi un evento.”Dunque, per essere ancora più chiari, specificano che il VAERS non giudica se il vaccino è davvero responsabile della reazione avversa inserita e non ha bisogno di alcuna prova di correlazione: si può inserire di tutto, ed in effetti si trova davvero di tutto! L’utilità dei VAERS, infatti, come di tutti i sistemi simili, è quello di valutare possibili segnali di sicurezza da approfondire con analisi più accurate.In sintesi, il VAERS non è la prova che i vaccini siano pericolosi o responsabili delle reazioni elencate o che esista alcuna correlazione causale tra di essi. Utilizzarlo quindi per dire che i vaccini causano chissà cosa è un abuso.Invece, può essere correttamente utilizzato dai ricercatori come base di partenza per avere un’idea di cosa cercare. Grazie a database simili si possono identificare precocemente potenziali problemi, ad esempio analizzando eventi avversi che si presentano più frequentemente di quanto atteso.
La questione degli indennizzi
Per quanto riguarda il terzo argomento, cioè la LEGGE nazionale del 1992, proposta e approvata dall’allora ministro De Lorenzo e che prevede l’indennizzo in caso di danno vaccinale, possiamo dire che questa è una legge doverosa visto che i vaccini sono farmaci e possono avere reazioni avverse gravi. Il punto cruciale è che queste reazioni sono ben note, oltre che molto rare.Il fatto che esistano i danni da vaccino non significa che i vaccini sono pericolosi: vanno sempre confrontati i rischi reali e i benefici.La probabilità che in una sentenza l’autismo venga riconosciuto come danno da vaccino dipende in gran parte dalle conoscenze in ambito vaccinale del perito, ovvero da come viene organizzata la perizia e da quanto il giudice la ritiene attendibile. In Italia, però, basta avere una laurea in medicina per potersi iscrivere negli elenchi dei periti e non esistono liste specifiche da cui il giudice possa nominare periti esperti riconosciuti nel campo vaccinale. Così, a volte, vengono nominati come periti, medici che sanno poco del tema vaccinazioni o che addirittura sostengono posizioni antiscientifiche. Di conseguenza vengono emanate alcune sentenze che riconoscono “danni da vaccino” ma che in realtà – secondo le conoscenze scientifiche – non sono attribuibili ad essi. Sentenze che spesso vengono ribaltate quando entrano in gioco gli esperti di vaccini, magari in un grado processuale successivo.Pertanto, le persone che basano le proprie conoscenze su evidenze scientifiche non potranno in alcun modo usare le sentenze come “prove” né in un senso né nell’altro. Ci si può avvicinare alla verità solamente passo dopo passo, con studi scientifici di alta qualità, condotti con grande cura, dedizione, professionalità e che vengono pubblicati su riviste mediche riconosciute.
Per quanto riguarda le sentenze che a volte danno ragione ad una parte e a volte ad un’altra ricordiamo le parole del Dr. Paul Offit:“I tribunali non sono luoghi in cui si trovano le verità scientifiche, ma servono per risolvere le controversie legali. Se si vuole sapere se i vaccini causano l’autismo non si devono consultare le sentenze dei tribunali, ma gli studi scientifici.”Il VAERS, i fogli illustrativi e l’esistenza di una legge che indennizza coloro che sono stati danneggiati dai vaccini non porta con sè la pericolosa deduzione che spesso i genitori fanno, ovvero che i vaccini siano pericolosi.È importante ricordare infatti che i rapporti del VAERS e i fogli illustrativi semplicemente elencano una serie di reazioni avvenute dopo il vaccino, ma non dimostrano che questo ne sia la causa. Allo stesso modo, la legge serve a tutelare i rarissimi casi in cui un vaccino, che è comunque un “farmaco”, possa causare una reazione avversa.Tutte le decisioni che prendiamo ogni giorno comportano dei rischi ma su una cosa la comunità scientifica è concorde: i benefici delle vaccinazioni sono di gran lunga di più dei rischi ad esse correlati.
Come funziona la nostra mente
Un bias è essenzialmente un giudizio (o pregiudizio), sviluppato su un’interpretazione non corretta delle informazioni in nostro possesso che, di fronte ad una scelta o ad una situazione, porta ad un errore di valutazione. Nonostante cerchiamo di agire sempre razionalmente, non ci rendiamo conto dei confondimenti (altro nome che potremmo dare ai bias) che influenzano le nostre scelte. Infatti, proprio per le modalità di funzionamento della nostra mente, non possiamo eliminare i bias, possiamo solo tenerne conto a posteriori in modo da correggere la percezione della realtà e diminuirne gli eventuali effetti distorsivi. Per questo motivo può essere utile confrontarsi con una carrellata di bias che possono confondere il giudizio di noi genitori davanti alle vaccinazioni.Bias di confermaTendiamo a sovrastimare le informazioni o gli eventi che confermano le nostre decisioni o convinzioni, piuttosto che rimetterle in discussione.“I miei figli non vaccinati sono più sani degli altri”. Quest’affermazione non è supportata da nessuna analisi statistica me è la percezione della realtà che ci spinge ad ignorare o sottostimare gli eventi che confuterebbero la nostra posizione.Questo bias può essere alimentato anche dal “bias del pavone”, ovvero la tendenza a mostrare di più i successi rispetto ai fallimenti o, d’altra parte, a ignorare sistematicamente questi ultimi. Si nota spesso nei gruppi di discussione in cui i genitori portano come medaglia al merito l’aver passato più inverni senza raffreddori, ignorando il fatto che i bambini crescono e spesso passano indenni attraverso quei malanni di cui hanno ormai gli anticorpi…ma ovviamente restano scoperti verso quelle malattie per cui non sono stati vaccinati. Oppure fanno continuamente confronti tra i “loro” figli sani e quelli vaccinati che, secondo la loro percezione, pasteggerebbero con l’antibiotico 7 giorni su 7.Bias di omissioneIn situazioni di scelta rischiosa, quando chi deve decidere si confronta con l’alternativa tra azione concreta e omissione, si tende a scegliere l’omissione.“Se dovessi vaccinare mio figlio non mi perdonerei mai un’eventuale reazione avversa.” Purtroppo però anche il non vaccinare è in realtà una scelta e assai più rischiosa, corrisponde infatti alla scelta di non proteggere il bambino contro determinate malattie.Effetto Dunning KrugerLe persone non esperte tendono a sovrastimare le proprie capacità. Questo è tipico dei “genitori informati” che credono di poter discutere “alla pari” con medici specializzati in immunologia opponendo alla conoscenza dell’esperto le proprie nozioni apprese navigando in rete.“Ho passato ore e ore a studiare e ad informarmi, quindi ho scelto in maniera consapevole di non vaccinare”. Quello che alcuni genitori non riescono a cogliere è la complessità e la vastità degli argomenti trattati e pensano che la facilità con cui si reperiscono nozioni tramite il web basti, da sola, a colmare le evidenti lacune. Se a questo aggiungiamo la facilità con cui la disinformazione si diffonde in rete, vediamo che le probabilità di incappare in siti poco seri che diffondono il falso è, purtroppo, molto alta.
Bias di sopravvivenza
Considerare le persone che sono sopravvissute ad un evento come rappresentative del rischio, ignorando le altre.“Da piccolo ho avuto il morbillo e sono ancora qui”E tutti quelli che invece non lo possono raccontare? Avremmo fatto la stessa osservazione, con la stessa leggerezza, per il vaiolo o la polio? In genere si fanno affermazioni del genere per malattie di cui non abbiamo chiara l’effettiva pericolosità. Il morbillo resta nei nostri ricordi come di una malattia tutto sommato “lieve” mentre in realtà può causare encefalite in 1 caso su 1000 e morte in 1 caso su 3000 ammalati.Correlazioni illusoriePercepire relazioni tra variabili quando in realtà non ne esistono. “Dopo la vaccinazione mio figlio ha iniziato ad ammalarsi più spesso”. Queste affermazioni non si basano su analisi statistiche dei dati ma solo sulla percezione che se due eventi sono legati temporalmente allora devono anche essere in rapporto di causa-effetto. “Correlation is not causation”: due eventi correlati temporalmente non sono per forza uno causa dell’altro. Anche se per il nostro cervello è difficile da comprendere questa è la verità: se dopo un tempo X dal vaccino ci si ammala, questo può non dipendere dalla vaccinazione. Il nostro cervello cerca sempre degli schemi e questo è un grande problema quando si parla di vaccini e reazioni avverse: il genitore non dovrebbe infatti fare un’analisi statistica basandosi sul suo caso personale ma dovrebbe fidarsi di quelle portate avanti da medici ed epidemiologi che individuano le vere reazioni avverse da vaccino, sfrondandole da tutti i possibili confondimenti.Euristica della disponibilitàLe persone tendono a sovrastimare quelle informazioni che sono loro immediatamente disponibili o che riguardano una cerchia di persone “vicine”.“Conosco personalmente bambini danneggiati da vaccino, quindi i vaccini sono pericolosi per tutti “. In questo caso, oltre alla mancata verifica dell’informazione sulla quale tendiamo a non nutrire dubbi perché relativa a qualcuno che conosciamo, la tendenza è di considerarla superiore a tutte quelle che potrebbero mitigarne l’effetto. Il risultato è di estremizzare il dato e di considerare tutti i vaccini pericolosi e da evitare il più possibile. E’ sicuramente molto umano lasciarsi coinvolgere emotivamente di più dalle persone che ci sono vicine, il problema è lasciare all’emotività il controllo su decisioni che possono mettere a rischio la salute delle persone di cui siamo responsabili (i nostri figli).